In accordo con l’animo “bike-friendly” dell’azienda, abbiamo aderito al Ciab, Club Imprese Amiche della Bicicletta. Per approfondirne assieme filosofia e obiettivi, l’ingegner Francesco Seneci, primo presidente di questa associazione, ha riposto ad alcune nostre domande. Buona lettura.

Quando è nato il Ciab e con quali obiettivi?

Home Page di Ciab.itCiab è nato nel settembre 2015 con l’obiettivo di mettere in rete le aziende che ritengono importante promuovere la mobilità sostenibile e la ciclabilità. Gli obiettivi sono gli stessi di Fiab, della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, ma anziché unire le associazioni intende far collaborare gli operatori economici verso un obiettivo comune. Ad oggi aderiscono circa 50 aziende, da tutta Italia, dall’industria manifatturiera alla ricettività. Oltre alle aziende possono aderire amministrazioni pubbliche (comuni, enti parco, APT, ecc), società, singoli professionisti, cooperative, titolari di negozi o studi professionali.

Tutti i dipendenti delle aziende o degli enti aderenti sono automaticamente assicurati per la Responsabilità Civile in ogni loro spostamento in bici in tutta Europa (RC Bici). Le società e gli operatori cicloturistici, semplicemente aderendo a Ciab, hanno una copertura RC estesa ai clienti che utilizzano i loro pacchetti cicloturistici o che noleggiano le loro biciclette, per danni che potrebbe fare a terzi durante la loro escursione, e all’azienda stessa.
Ciab vuole aiutare le imprese ad essere protagoniste di una trasformazione verso un nuovo modello di mobilità.

Un breve identikit di Francesco Seneci, primo presidente del Ciab…

Francesco Seneci -Presidente Ciab

Francesco Seneci – Presidente Ciab

Sono un ingegnere che lavora nel campo della mobilità e dei trasporti dal 1998. Nel 2002 ho fondato Netmobility srl, società di ingegneria specializzata nella pianificazione e nella progettazione di infrastrutture urbane per la mobilità. Dal 2003 al 2010 ho fatto parte del direttivo del Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige, e dal 2007 sono iscritto all’Aiit, Associazione Italiana per l’ingegneria del Traffico e dei Trasporti. Membro del gruppo tecnico Fiab, nel 2015 sono diventato presidente del Ciab.

L’anno scorso ho fondato Outdoor Advisor Srl, società di consulenza e progettazione nel campo dello sviluppo del Turismo Outdoor. Oltre che pianificatore e progettista, svolgo anche attività di divulgazione e formazione sui temi della mobilità sostenibile. Sono docente nel Corso di perfezionamento e aggiornamento di una nuova figura professionale: il “Promotore della Mobilità Ciclistica” – presso l’Università degli Studi di Verona. Ho collaborato alla redazione di alcune pubblicazioni sulla moderazione del traffico e la mobilità ciclabile.

Quali sono i vantaggi delle imprese che aderiscono al Ciab?

Pista ciclabile ad Appiano - BolzanoIl vantaggio principale è che le aziende possono inserire l’adesione a Ciab nel loro bilancio sociale come voce attiva, infatti aderendo promuovono concretamente la mobilità sostenibile e incidono nella comunità promuovendo l’uso della bicicletta e facendo rete con le altre aziende di Ciab. Dal punto di vista pratico l’effetto più importante è l’incentivo rivolto a tutti i dipendenti delle aziende aderenti che sono assicurati in ogni loro spostamento in bicicletta in tutta Europa. Pertanto sia quando vanno al lavoro in bicicletta, sia nella loro vita privata. Riteniamo sia un bonus importante che migliora il welfare aziendale dando un servizio significativo per i propri dipendenti.

Le aziende che operano nel campo cicloturistico possono inoltre godere di una copertura unica in Italia che permette di assicurare per la RC i loro clienti, sia che noleggino una bici, sia che vengano accompagnati da una guida dell’azienda. La copertura vale per i danni eventualmente causati dal cliente, ma anche per quelli che sono eventualmente riconducibili alla responsabilità dell’azienda: ad es. se la bici data al cliente avesse una rottura che causa un danno al cliente o a terzi.

L’Italia è tra i leader nella produzione di bici e accessori, ma a suo avviso qual è l’atteggiamento degli italiani verso la bicicletta?

Intervista all'Ing. Francesco Seneci - Presidente del CiabUn atteggiamento un po’ freddino. Se leggiamo i dati Isofort sui comportamenti di mobilità degli italiani, la percentuale di spostamenti effettuati in bici non supera mai il 4% e presenta un trend negativo negli ultimi 10 anni, che ha visto invece crescere l’utilizzo dell’auto, come anche il numero di autovetture e il tasso di motorizzazione.

Ma è altrettanto vero che laddove si creano le condizioni (ad es. una rete coerente di percorsi ciclabili urbani o una ciclovia turistica ben fatta) subito una percentuale inaspettata di cittadini salta in sella e preferisce andare in bicicletta che restare chiusa in auto. Il monitoraggio dei risultati nelle realtà urbane su cui in questi anni si è lavorato in un certo modo lo dimostra.
Gli italiani quindi sono pronti ad una svolta per la mobilità sostenibile. Potenzialmente nelle nostre città di pianura il modal split ciclistico si può avvicinare tranquillamente al 30% come è già nelle principali città nord-europee.

Servirebbe uno sforzo anche da parte delle nostre grandi aziende produttrici di biciclette che, puntando prepotentemente ai prodotti di alta gamma rivolti ai ciclisti sportivi, hanno alzato bandiera bianca sul mercato delle bici economiche lasciandolo ai prodotti di importazione di scarsa qualità. Ora con l’avvento delle bici a pedalata assistita qualcosa sta cambiando e alcune grandi aziende si stanno rendendo conto che anche chi usa la bici tutti i giorni può spendere per un prodotto innovativo, ma il costo limita la crescita a una nicchia di utenti e non incide molto sulla percentuale di ciclisti nelle nostre città.

C’è un Comune che può essere preso a modello in merito a piste ciclabili e mobilità sostenibile?

Ciab e Comuniciclabili.itLa Fiab sta assegnando a decine di comuni in tutta Italia il riconoscimento di comune ciclabile a chi sta realizzando infrastrutture e politiche per la ciclabilità. Non mancano per fortuna eccellenze, come la città di Ferrara, ad esempio, o Grado, oppure piccoli inaspettati comuni come Arborea in provincia di Oristano dove è facile e sicuro andare in bicicletta. Sono oramai una settantina i comuni che hanno chiesto a Fiab di essere valutati e hanno ottenuto da uno a 5 bike smile. L’elenco aggiornato è disponibile su www.comuniciclabili.it.

Progetti futuri del Ciab?

L’intenzione è di crescere nei servizi dedicati alle aziende aderenti. Per le aziende più grandi Ciab potrà proporre formazione specifica sulla mobilità sostenibile ai dipendenti e al gruppo dirigente, per creare più consapevolezza sull’importanza del mezzo che si sceglie di usare o di incentivare per gli spostamenti casa – lavoro.

Nel campo del turismo recentemente è stato lanciato un nuovo servizio rivolto agli albergatori che potranno, aderendo a Ciab, avere un nuovo strumento di marketing che nessun altro può vantare, cioè la possibilità di assicurare per la RC i loro ospiti che usano la bicicletta durante il soggiorno negli alberghi aderenti.

Finora era possibile assicurare solo chi noleggiava le bici o accompagnava i gruppi, da oggi è possibile assicurare anche il singolo cliente di una struttura ricettiva aderente a Ciab, durante le sue escursioni in bicicletta per la scoperta del territorio. Riteniamo che questa nuova offerta dia più slancio all’adesione a Ciab di operatori alberghieri e soprattutto che contribuisca ad aumentare il numero di persone che decidono di usare la bici, anche in vacanza.