Un intervento strategico per la viabilità e la sicurezza stradale, con l’integrazione del parapetto Falcade HQ1, ha unito funzionalità, sicurezza ed estetica in un contesto montano. L’ingegner Marco D’Agostini, responsabile tecnico dell’impresa Mak Costruzioni racconta le sfide tecniche e le soluzioni adottate per questo progetto.
Realizzare infrastrutture stradali in contesti paesaggistici sensibili richiede una grande attenzione non solo alle funzionalità tecniche, ma anche all’integrazione con l’ambiente circostante.
È il caso del collegamento tra Gardolo di Mezzo e Meano – due frazioni del Comune di Trento – recentemente oggetto di un importante intervento di riqualificazione. La strada, che include un ponte, rappresenta un’arteria strategica per gli abitanti della zona, consentendo di evitare lunghe deviazioni.
I lavori hanno comportato l’allargamento della sede stradale e la realizzazione di un passaggio pedonale protetto con il parapetto in acciaio corten Falcade HQ1. Abbiamo intervistato l’ingegner Marco D’Agostini, responsabile tecnico della Mak Costruzioni, per approfondire le peculiarità di questo intervento.
Ing. D’Agostini, può descriverci il progetto nei suoi dettagli principali?
Il progetto ha riguardato la riqualificazione della strada che collega Gardolo di Mezzo a Meano, un’arteria strategica per gli abitanti delle due frazioni, che evita percorsi più lunghi attraverso la valle.

L’intervento principale è stato la ricostruzione del ponte, con l’allargamento della sede stradale, risolvendo così un pericoloso “collo di bottiglia” lungo un tratto di circa 300 metri.
Inoltre, è stato creato un passaggio pedonale protetto. Questo spazio era particolarmente importante perché la zona,ricca di sentieri lungo la montagna, è molto frequentata da persone che vanno a correre, passeggiano con il cane o utilizzano passeggini.
Il passaggio pedonale ha fornito un percorso sicuro per questi pedoni: per la loro protezione abbiamo installato una barriera stradale verso la carreggiata e un parapetto in acciaio corten verso il dirupo.
La scelta del modello Falcade HQ1 di Cortensafe è stata guidata dalla sua linea minimale e dalla capacità di integrarsi armoniosamente con l’ambiente montano.
Quali sono state le richieste specifiche relative al parapetto?
Le richieste progettuali sono state particolarmente sfidanti. Il ponte si trova in una valle stretta con un raggio di curvatura molto ridotto. Questo ha imposto di accorciare il passo dei montanti per rispettare le normative di sicurezza, che richiedono che una sfera di 10 centimetri non possa passare tra i montanti stessi.

Grazie alla disponibilità e al supporto tecnico di Cortensafe, siamo riusciti ad adattare la maglia del parapetto alle esigenze del progetto, mantenendo un risultato estetico omogeneo.
I pannelli del parapetto sono stati inclinati per adattarsi alla pendenza della strada, pur mantenendo i ritti verticali entro le tolleranze previste. Il lavoro, pertanto, è stato realizzato garantendo sicurezza e protezione in ogni dettaglio, senza compromettere la linearità del design.
Perché è stato scelto l’acciaio corten come materiale?
È stato scelto dai progettisti per diversi motivi. Innanzitutto, una volta ossidato, il corten si autoprotegge, riducendo praticamente a zero la manutenzione. Questo è un vantaggio enorme, soprattutto in contesti montani dove l’accessibilità è limitata.
Inoltre, il colore naturale del corten, quel caratteristico bruno-rossiccio simile al legno, si integra perfettamente con l’ambiente circostante. Questo materiale è sempre più utilizzato perché si tratta di una soluzione esteticamente calda e tecnicamente efficace.
In questo caso, il corten ha permesso di creare un’infrastruttura che non solo rispetta il paesaggio, ma lo valorizza, conferendo al ponte un carattere distintivo e armonioso.

Com’è andata la posa in opera?
La posa in opera è stata piuttosto complessa. Il ponte si trova in una posizione a sbalzo sul vuoto, quindi non era possibile utilizzare metodi di lavoro tradizionali. Come da progetto, i montanti andavano fissati lateralmente al cordolo di calcestruzzo, evitando la presenza di bulloni visibili in testa.
Avevamo valutato l’utilizzo di un ponte mobile (bridge), ma la forte pendenza e l’impervietà del luogo lo hanno reso impossibile. Per superare le difficoltà logistiche, abbiamo noleggiato una piattaforma di lavoro elevabile (PLE) che poteva operare in negativo, permettendo di lavorare sotto il piano di appoggio della macchina.
Fondamentale è stata la collaborazione con la ditta Euromontaggi per l’esecuzione dei lavori con la piattaforma, inclusa la formazione degli operatori. Ogni fissaggio è stato eseguito con estrema cura, garantendo sicurezza e stabilità anche in condizioni così difficili.
Feedback da parte dei cittadini?
Assolutamente sì. I cittadini hanno apprezzato sia l’allargamento della strada, che migliora la viabilità, sia l’estetica del ponte, che si integra perfettamente con l’ambiente montano.

Durante i lavori, molti curiosi si fermavano per osservare l’avanzamento e chiedere informazioni. I commenti sono stati molto positivi, soprattutto sulla scelta del corten e sulla coerenza dei materiali con il contesto paesaggistico.
Vorrei sottolineare che siamo riusciti a consegnare l’opera con ben tre mesi di anticipo: un risultato di cui andiamo fieri. L’inaugurazione del ponte ha suscitato notevole interesse da parte dei media locali, con articoli sui giornali e servizi televisivi, a riprova dell’importanza strategica dell’opera.