Dalla sua apertura al pubblico, avvenuta nel 2011 dopo un importante intervento di rivalorizzazione, la Torre di Porta Nuova è diventata luogo di diffusione e divulgazione artistica e culturale: un felice esempio di come si possano rilanciare complessi e siti industriali dismessi trasformandoli in spazi creativi e culturali.

Torre di Porta Nuova dell'Arsenale di  Venezia - Protagonista il Corten 10L’Arsenale di Venezia, “uno dei più belli del mediterraneo” scrisse il generale francese Serrurier, che l’occupò nel maggio 1797, ha assunto la sua attuale configurazione soltanto nel Novecento: negli anni della seconda dominazione francese e durante la più lunga dominazione austriaca, ha conosciuto numerose modifiche.

Tra queste la più imponente è stata l’edificazione della Torre di Porta Nuova, una “macchina per alberare” la cui denominazione deriva dalla posizione di presidio dell’ingresso alla Darsena Grande. La torre, alta circa 35 metri dalla quota della banchina, si sviluppa su un’impronta trapezoidale i cui lati maggiori misurano circa 18 metri, mentre di circa 15 metri è l’estensione del lato corrispondente al prospetto principale, prospiciente il bacino acqueo.

Attribuito all’ingegnere francese Lessan, il progetto della torre fu elaborato nel 1807-08; la costruzione iniziò nel 1810 e fu completata nel 1813. La gru per alberare, concepita secondo il modello “all’uso d’Olanda”, non venne però mai realizzata e la torre rimase una “macchina” inutilizzata, resa ben presto obsoleta dai progressi della tecnologia e delle tecniche di costruzione navale.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la decadenza dell’Arsenale veneziano è proceduta per anni. Solo nel 1980, in occasione della Prima Mostra Internazionale di architettura organizzata da La Biennale, una porzione della “superba corderia” che tanto aveva impressionato il generale Serrurier, fu restituita, come spazio espositivo, all’uso pubblico. Da allora parti sempre più estese degli edifici e degli spazi aperti dell’Arsenale sono state recuperate con fini analoghi a quelli perseguiti con il restauro delle Corderie.

Il recupero della Torre di Porta Nuova

Torre di Porta Nuova dell'Arsenale di  Venezia - Protagonista il Corten 2Nel 2006 la Società Arsenale di Venezia ha bandito un concorso per il restauro e il riuso della Torre di Porta Nuova. Vincitore del concorso è stato MAP Studio guidato dagli architetti Francesco Magnani e Traudy Pelzel. Il programma posto alla base del bando indicava quale nuova destinazione della torre un polo culturale, ovvero la torre doveva ospitare il nuovo centro per la ricerca scientifica, storica e culturale relativa all’Arsenale. Nella torre, caratterizzata all’interno da un ampio spazio vuoto, definito da murature possenti e da alti archi ogivali, era prevista la realizzazione di spazi espositivi, uffici, laboratori, una sala conferenze, servizi vari e, questione decisiva, la sistemazione dei percorsi di salita, scale, rampe e ascensori.

La strategia adottata si basa su un’interpretazione dell’unità spaziale e della continuità verticale interne, senza considerare la torre come un contenitore neutro. La nuova architettura è separata, indipendente, ma non autonoma dall’edificio che la contiene. Il fil rouge che lega l’antico e il moderno è l’utilizzo dell’acciaio Corten per la realizzazione degli elementi moderni inseriti internamente alla struttura. La tecnologia di oggi si fonde con l’imponenza del passato, il materiale nuovo dialoga costantemente per contrasto di trama e campitura con i materiali preesistenti con un effetto straordinariamente armonioso.

Obiettivi e descrizione del progetto

Torre di Porta Nuova dell'Arsenale di  Venezia - Protagonista il Corten 3Gli obiettivi del progetto sono stati quindi quelli di:

  • razionalizzare i percorsi di risalita verticali, garantendo nel contempo l’accessibilità all’intera struttura;
  • la semplificazione della spazialità generata dalla possente struttura muraria attraverso le demolizione delle strutture in laterocemento non originarie poste al piano terra;
  • l’inserimento puntuale di nuove strutture, volumetricamente indipendenti dalle strutture murarie esistenti, in modo da valorizzare l’unitarietà percettiva dell’edificio.

Traendo spunto dal caratteristico profilo della torre il cui volume terminale è minore di quella della parte basamentale, il progetto ha previsto la copertura delle due falde più basse in modo che la luce attraversasse lo spazio dall’alto verso il basso. Scendendo la luce illumina le mura a vista ponendo in evidenza gli appoggi, quelli esistenti e quelli realizzati di recente, utilizzati per sistemare i nuovi percorsi, la scala e le rampe.

Varcato l’ingresso, sulla destra, si trova la scala che porta ai piani occupati dagli uffici, sulla sinistra si trova la sala delle conferenze, configurata da un rivestimento continuo in acciaio Corten che, opportunatamente ondulato per ragioni spaziali e acustiche, definisce i fondali e la copertura, in cui sono affondati i corpi illuminanti.

Torre di Porta Nuova dell'Arsenale di  Venezia - Protagonista il Corten 13Nell’intercapedine tra la nuova parete di fondo della sala conferenze e la scala che porta al piano superiore è disposta parte degli impianti. Grazie a questa scala, posizionata sulla sinistra dell’ingresso, si sale al piano superiore. Questo spazio, il più vasto dell’intera costruzione, è modellato secondo quanto richiesto dalle funzioni che era destinato a servire.

Nello spazio definito dalla muratura laterale e da uno degli archi, sostenuta dall’alto grazie a dei tiranti, sale una nuova scala, con ballatoi e rampe, configurata come una successione di volumi pieni, realizzati in acciaio Corten.
L’aspetto massiccio dei profili di ballatoi e rampe acuisce la sorpresa che si prova vedendoli sospesi tra fasci di luce e costatandone l’indipendenza dall’involucro murario. Salendo la scala si raggiunge una sala inserita nella parte terminale del volume più massiccio della torre, ricavata grazie all’inserimento di un piano artificiale sorretto da una trave reticolare in acciaio. All’interno di questa struttura sono collocati gli impianti di condizionamento.

Torre di Porta Nuova dell'Arsenale di  Venezia - Protagonista il Corten 6Essendo il triangolo principale della trave rovesciato, le superfici in Corten corrispondenti ai lati minori delle centine scalene disegnano una suggestiva copertura, anch’essa staccata dalle murature della sottostante sala espositiva scandita dagli archi ogivali. Da questa sala si arriva verso la terminazione della torre. Il volume superiore è completamente occupato da un percorso sospeso formato da una successione di rampe in acciaio, analoghe a quelle della scala sottostante. Terminato il percorso individuato dalle rampe, si raggiunge la copertura della torre da cui si può godere una vista straordinaria di Venezia e della laguna.

Come abbiamo sottolineato in precedenza, la strategia degli architetti di MAP Studio è stata quella di tenere separata l’antica “macchina per alberare” dalla nuova “fabbrica culturale” utilizzando un unico materiale, l’acciaio Corten, per modellare i percorsi verticali, “albero maestro” dell’intero progetto. Il cromatismo del Corten evoca sia l’originaria funzione della torre che i caratteri dell’ambiente che l’accoglie, e dona unitarietà ai volumi inseriti nella costruzione, esaltandone le valenze spaziali.

Si ringrazia MAP Studio per le foto realizzate da Alessandra Chemollo ORCH.

Fonti:
  • Francesco Mulargia, L’acciaio Cor-Ten in architettura, Tesi di laurea in Scienze dell’Architettura, Università di Cagliari, relatore Prof. Emanuele Mura, a.a. 2015-16, pp. 140-145.
  • L’albero maestro dell’Arsenale, “EST” n. 17, pp. 46-57, Ance Veneto, 2011.
  • Magnani/Pelzel, Torre di Porta Nuova, Arsenale di Venezia, Casabella n. 802, pp. 2-19, Arnoldo Mondadori Editore, 2011.
  • Torre di Porta Nuova, Premio Torta per il restauro di Venezia 2011, Grafiche Veneziane, 2011.